In questo periodo c’è molta preoccupazione per quello che sta accadendo, siamo nel bel mezzo di una pandemia ed il futuro, al momento, è abbastanza incerto.
La maggior parte degli adulti sono tutti presi a cercare di lavorare alla bell’ e meglio, alcuni vantandosi di fare Smart working e altri di essere Agili. Molti, troppi a fare lavoro da remoto con stretti controlli da parte delle aziende che possono vedere quanto le persone muovano il mouse o stiano su una pagina.
In questo momento critico pochi pensano purtroppo ai bambini, la maggior parte del tempo dedicato loro è per i compiti. In questi frangenti i genitori tentano di sostituirsi agli insegnanti, i quali (non tutti per fortuna) confondono la didattica a distanza con la delega al genitore di far lezione e spiegare i compiti ai propri figli. Altri genitori hanno come preoccupazione maggiore quella di saturare il tempo libero dei figli, di modo che li lascino lavorare “in pace”.
Stiamo andando incontro ad un potenziale trauma profondo che rischia di segnare un’intera generazione. Come succede nelle guerre: avviare la ricostruzione è un processo che deve essere svolto durante la guerra e non alla fine, se vogliamo evitare effetti devastanti.
Iniziamo tutti a lavorare sulla sicurezza psicologica dei nostri figli, ma cosa si intende per sicurezza psicologica?
Secondo la psicologia umanistica di Maslow e Rogers il bisogno di sicurezza è uno dei bisogni umani vitali, fondamentali: gli umani desiderano sentirsi al sicuro, sentirsi protetti ed eliminare la paura. Si tratta appunto di bisogni primari come rappresentato nel disegno di fianco.
I bambini pertanto hanno bisogno di sentirsi sicuri e protetti, devono credere in loro stessi e sapere di avere davanti un futuro, in questo difficile periodo non esponiamoli a telegiornali, bollettini nefasti e immagini cruente.
Lavoriamo sulla sicurezza psicologica dei nostri figli immediatamente prima che sia troppo tardi. Ecco alcuni semplici spunti che tutti possiamo sperimentare:
- Inclusione: fondamentale per creare sicurezza all’interno di un gruppo o di una famiglia è coinvolgere e dare voce a tutti. Coinvolgiamo i nostri figli nelle discussioni e cerchiamo di capire come la pensano specie in questo momento molto difficile. Creiamo un clima sereno dove ognuno possa esprimere il proprio punto di vista, sia esso un adulto o nostro figlio di 4 anni.
- Domande: il potere di una domanda è innegabile, non forniamo risposte preconfezionate ma stimoliamo il loro pensare e la loro capacità di spiegare ciò che sta accadendo non facciamoli sentire a disagio all’idea di sbagliare, gli errori sono inevitabili e sono soprattutto un importante strumento di crescita.
I team che hanno alte performance lo fanno in virtù della sicurezza psicologica che forniscono ai loro membri, facciamo valere lo stesso nelle nostre famiglie, alla fine sempre di team si tratta. Lavorare sulla sicurezza psicologica dei nostri figli sarà sicuramente un buon allenamento per quando torneremo al lavoro con i nostri team.